Il gruppo Fiat ha chiuso il secondo trimestre del 2012 con un utile netto di 358 milioni di euro e ricavi per 21,5 miliardi. C’è poco da stare allegri però: l’andamento positivo è determinato in larga misura dagli ottimi risultati che sta ottenendo la Chysler negli Usa (nel periodo analizzato, le vendite sono cresciute del 20% e l’utile netto del 141%). Complici la recessione economica che affligge l’Europa e l’Italia, mercati di riferimento della Fiat, e il rallentamento dell’economica brasiliana, il costruttore torinese non si trova infatti in grande salute. Scorporando i dati riguardanti la Chrysler, si scopre che dei 21,5 miliardi di ricavi solo 9,2 sono stati generati dalla Fiat e che l’utile di 358 milioni si trasformerebbe in una perdita di 246 milioni di euro.
EUROPA KO – Con un mercato in calo del 6,8% in Europa nei primi sei mesi del 2012, il gruppo Fiat ha visto ridurre drasticamente le vendite. In questo periodo, infatti, le immatricolazioni dell’Alfa Romeo sono crollate del 31,2% con 52.203 auto consegnate. Da gennaio a giugno la Fiat ha registrato “solo” 321.760 vetture (-17,9%), mentre la Lancia porta a casa un sostanziale pareggio con il primo semestre del 2011 con 55.347 vetture (+0,5%). A crescere in maniera sostanziosa sono state solo le vendite della Jeep, con 13.651 auto consegnate da inizio anno (+35,9%). Le conseguenze di questo fenomeno si sono concretizzate in un taglio degli investimenti inizialmente previsti, da 1 miliardo a 500 milioni di euro, oltre all’eventualità della chiusura di uno stabilimento italiano.
BENE IN ASIA – Nonostante in Brasile le vendite di autovetture e veicoli commerciali leggeri siano calate del 5,4%, con 194.000 unità, la Fiat si è confermata il primo costruttore con una quota di mercato del 22,1%, che sale al 29,3% nella categoria delle citycar e utilitarie dove può contare sul successo commerciale delle nuove Uno e Palio. In crescita del 24%, con 26.000 unità, invece, sono le vendite nell’area asiatica (India, Cina, Giappone e Australia). Bisogna precisare, però, che anche in questo caso c’è lo zampino della Chrysler: il 70% delle vetture consegnate sono della Jeep, che ha più che raddoppiato le vendite rispetto allo stesso periodo del 2011.
IL LUSSO NON MOLLA – Come nei mesi precedenti, se il gruppo torinese soffre con i marchi Fiat, Lancia e Alfa Romeo, le cui vendite sono legate essenzialmente al mercato italiano ed europeo, le cose vanno decisamente meglio per Ferrari e Maserati. Il Cavallino Rampante ha chiuso il secondo semestre con 1.931 vetture, il 4% in più rispetto allo stesso periodo del 2011 e ricavi per 652 milioni di euro, in crescita del 10,7%, e utili per 92 milioni (+12,2%). Il Tridente, invece, ha consegnato 1.762 vetture (+1%), registrando ricavi per 171 milioni (+2%) e utili pari a 11 milioni. Per entrambi i marchi, gli Usa si sono confermati il principale mercato, la Cina e in Medio Oriente sono cresciute, mentre l’Europa ha fatto registrare vendite allineate all’anno scorso per la Ferrari e in calo di ben il 40% per la Maserati.
Fonte: AlVolante.it