Il Gruppo Fiat guarda alla Russia con un interesse sempre maggiore. Secondo indiscrezioni la Casa torinese avrebbe già firmato un’operazione finanziaria con Sberbank, istituto bancario controllato dal Cremlino, preludio a un accordo che la porterebbe a produrre Suv e veicoli commerciali come il Ducato nella storica fabbrica della Zil. Ecco i dettagli.
LE AUTO DEL CREMLINO – La Casa russa in passato assemblava vetture di lusso per la nomenclatura del partito comunista, da Stalin a Breznev; oggi è in declino e si trova ad affrontare una grave crisi finanziaria, tanto che il Comune di Mosca, che detiene il 64% delle quote, lo scorso anno ha dovuto sborsare 15 miliardi di rubli (375 milioni di euro) per pagarne i debiti. Il Cremlino ha tentato di salvarla facendole realizzare un’ammiraglia per i leader del Paese. Tentativo fallito, dal momento che il presidente Dmitri Medvedev e il premier Vladimir Putin viaggiano a bordo di Mercedes-Benz Classe S, mentre gli altri funzionari dello Stato utilizzano BMW serie 7.
ACCORDO PARALLELO – Oltre alla Zil, un’altra intesa parallela riguarda la realizzazione da parte della Fiat di uno stabilimento a San Pietroburgo per produrre la Jeep Grand Cherokee e anche un nuovo crossover, in tutto a regime 120.000 vetture all’anno. Le due questioni saranno affrontate da Sergio Marchionne nei prossimi giorni, quando l’amministratore delegato del Lingotto e presidente della Chrysler rientrerà in Italia dagli Stati Uniti, dove si trova attualmente.
MONITI & MERITI – Intanto il ministro del Lavoro Elsa Fornero lancia un monito al numero uno del Gruppo torinese, sottolineando che l’industria dell’auto deve restare in Italia e affermando che vuole “incontrare presto e in maniera più formale” Marchionne. Al tempo stesso, però, il ministro gli riconosce dei meriti. “Lui – precisa la Fornero – rompe gli schemi a volte in maniera fin troppo decisa, ma ha anticipato i tempi”.
Fonte: quattroruote.it