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[VIDEO] Intervento di Marchionne durante la conferenza stampa di lancio Fiat Panda a Pomigliano d’Arco


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Published on 15 Dicembre 2011
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in Attualità, CityCar, Fiat, Politica e leggi

Nella giornata di ieri, presso lo stabilimento di Pomigliano d’Arco (NA) Sergio Marchionne ha tenuto un lungo discorso in occasione della presentazione ufficiale della Fiat Panda agli operai e ai giornalisti (che hanno poi avuto modo di provare per la prima volta su strada la vettura). Il messaggio dell’AD di Fiat-Chrysler è molto chiaro; più che sulla citycar, la sua attenzione verte verso il difficile momento storico che l’Italia sta vivendo: un periodo buio dal quale sarà possibile uscire non solo grazie ad adeguate scelte politiche, ma, soprattutto, con il lavoro (e l’impegno) di tutti. “Bisogna fare le cose e farle bene, perché è questo che ci definisce e ci fa diventare unici. Questo approccio è anche il solo che, a mio parere, è in grado di guidare l’Italia verso una nuova fase di crescita economica“.

Alcuni operai di Pomigliano, quelli (purtroppo) non ancora riassorbiti in azienda, contestano aspramente le parole di Marchionne, fuori dai cancelli dello stabilimento: secondo un membro della SLAI Cobas (video visibile dopo il salto) la produzione della sola Panda sarà sufficiente a reintegrare solo 2400 dei 6000 operai napoletani, lasciando a casa i restanti. Il piano “Fabbrica Italia” viene inoltre accusato di imporre condizioni troppo sfavorevoli e “ai limiti del fascismo” ai lavoratori. Voi che ne pensate? Diteci la vostra in fondo all’articolo.

Di seguito, il video dei protestanti e il testo integrale dell’intervento dell’AD di Fiat-Chrysler in fabbrica.


 

Intervento dell’Amministratore Delegato della Fiat, Sergio Marchionne

Pomigliano d’Arco (NA) – 14 dicembre 2011 – h 9:00

Signore e signori,

buongiorno a tutti.

E’ un piacere darvi il benvenuto anche da parte mia e a nome di tutta la Fiat nello stabilimento di Pomigliano d’Arco e alla presentazione della nuova Panda.

Come molti di voi sapranno, non è mia abitudine parlare ai lanci dei nuovi prodotti.

E anche oggi lo farò solo per pochi minuti, perché ho preferito lasciare la scena a chi questa vettura la può giustamente considerare una propria creatura; a chi l’ha progettata, disegnata e costruita; a chi la dovrà promuovere e vendere; a chi ci ha messo passione e ore di lavoro, di giorno e di notte, negli ultimi 24 mesi per renderla viva.

Ci tengo però a condividere con voi alcune brevi riflessioni, non solo per quello che la nuova Panda rappresenta per la Fiat, ma soprattutto per il significato di questa giornata e del percorso che ci ha portati qui.

Forse le parole sono ciò di cui meno c’è bisogno oggi.

Agli scettici, ai detrattori, agli antagonisti per professione rispondiamo con i fatti.

Per chi invece ci ha creduto, per chi ci ha sostenuto, per chi ha lavorato con noi per realizzare questo progetto, i fatti sono la migliore soddisfazione.

Sono i fatti, come quelli di oggi – concreti e indiscutibili – che ci permettono di andare avanti, di costruire una Fiat forte e competitiva, di portarla nel mondo e rafforzarla in Italia, di dare ai nostri lavoratori un futuro sicuro e un ambiente stimolante.

I fatti sono l’unica cosa che ci interessa, perché permettono a tutti noi e alle nostre persone di essere orgogliosi del nostro lavoro.

Chi ancora dubita che in questo stabilimento si possano fare le cose e farle bene, non ha che da venire qui, vedere i reparti della fabbrica e parlare con la gente che ci lavora.

Chi ancora dubita che a Pomigliano e nel Sud Italia si possa creare una nuova cultura industriale, che si possano cambiare le cose, migliorando quello che c’è di positivo ma anche cancellando quanto c’è di negativo, non ha che da venire qui.

Chi ancora dubita che gli impegni della Fiat siano seri e fondati, non ha che da venire qui.

Abbiamo mantenuto le nostre promesse.

Abbiamo sempre abbracciato le sfide più alte, forse anche le più difficili, ma proprio per questo degne di essere seguite.

***

Quattro anni fa, in questo impianto, è stato varato un piano straordinario di rilancio; un piano senza precedenti in Italia – e credo anche in Europa.

Abbiamo investito più di cento milioni di euro per creare migliori condizioni di lavoro e per aumentare l’efficienza dell’impianto.

Il processo produttivo è stato riorganizzato secondo i principi del World Class Manufacturing. Tutti i lavoratori hanno seguito un intenso piano di formazione.

Quella decisione non era un azzardo dettato dalla fretta o dalla necessità di ‘salvare il salvabile’ e non era certamente una soluzione ‘ad effetto’.

Era, al contrario, un atto doveroso per una fabbrica che poteva e doveva crescere.

Era una dimostrazione che credevamo allora – come ci crediamo oggi – nel potenziale dell’impianto e nelle capacità delle persone che vi lavorano.

I frutti di quella scelta si sono visti molto presto.

Pomigliano si è trasformato in qualcosa di nuovo, ha raggiunto un livello di qualità e affidabilità pari agli altri impianti della Fiat e si è integrato, completamente, nel nostro sistema produttivo.

Ma la crisi del 2008 ci ha messi nuovamente alla prova.

I volumi di produzione sono crollati ai minimi, ad una soglia impossibile da reggere.

Siamo andati avanti per mesi a cassa integrazione, ma era chiaro che fare solo affidamento su una improbabile ripresa del mercato, significava probabilmente rimandarne la chiusura.

Ci voleva una svolta, significativa e duratura.

Ed è allora che abbiamo scelto la soluzione più coraggiosa e più impegnativa, quella di portare qui la produzione della nuova Panda.

Come saprete, la vettura che tutti voi conoscete e che rimane ancora oggi un modello di grande successo, da più di sette anni si costruisce in Polonia e con livelli di qualità eccezionali.

Abbiamo annunciato la nostra intenzione di installare qui la nuova piattaforma della Panda il 22 dicembre del 2009, meno di due anni fa.

In soli 17 mesi, da quando è stato firmato l’accordo con i Sindacati, lo stabilimento è stato completamente rinnovato e il nuovo modello è pronto.

Chiunque si trova a gestire un budget – piccolo o grande che sia – sa bene quanto sia importante l’attenzione ai costi.

Ma, chi lo fa con senso di responsabilità verso le comunità in cui vive o lavora sa altrettanto bene che c’è qualcosa di più importante della logica finanziaria.

Ed è la coscienza e il dovere morale che abbiamo di proteggere e di contribuire al benessere di quelle persone.

Decidere di portare la nuova Panda a Pomigliano non è stata una scelta basata su principi economici e razionali.

Non era – e non è – la soluzione ottimale da un punto di vista puramente industriale.

Lo abbiamo fatto considerando la storia della Fiat in Italia, quello che da sempre rappresenta e il rapporto privilegiato che ha con il Paese.

Lo abbiamo fatto perché, nel limite del possibile – e senza pregiudicare la solidità della nostra azienda – riteniamo sia un nostro dovere privilegiare il Paese in cui Fiat ha le proprie radici.

***

Pomigliano d’Arco, la Panda in Italia sono il simbolo di tutto questo, delle nostre sfide e del nostro impegno, delle nostre promesse mantenute.

Sono il simbolo di chi non si arrende a un destino già scritto, ma sceglie la via dell’azione.

Sono l’esempio del senso di responsabilità che sta dietro le nostre scelte.

I primi a meritare quelle scelte, per la loro passione, per quello che hanno dimostrato di sapere fare e per aver abbracciato con noi questa sfida, sono le persone che lavorano qui.

A loro va il mio grazie.

Perché non si sono lasciati distrarre da chi ci ha attaccati e da chi non credeva in noi, per aver messo le loro qualità in questo grande progetto.

In un Paese dove spesso vince chi urla di più; dove quelli che parlano tanto, di solito ascoltano poco e fanno ancora meno; dove ci si impegna di più davanti a una telecamera che nella vita reale, queste persone sono una speranza.

Sono l’esempio che possiamo dire no a un tipo Paese che non ci piace.

Oggi noi possiamo scegliere quale Italia essere.

Questo è il senso del filmato che avete visto poco fa.

Non si tratta di un semplice spot, ma racchiude l’essenza del nostro impegno, la mentalità con cui stiamo lavorando per il domani.

Quella che vedete qui, oggi, è l’Italia che lavora, che vince le sfide, quella parte di Paese che non si rassegna all’abbandono, che non perde tempo a predicare, ma lotta e si impegna per fare, per costruire, per progredire.

***

Sappiamo che il mondo sta guardando l’Italia con preoccupazione, e spesso non gli piace quello che vede.

Sappiamo che ci aspetta un periodo difficile, ma sappiamo anche che quello di far ripartire il Paese non è solo un compito della politica.

Tutti noi, tutti coloro che vogliono un’Italia migliore hanno l’obbligo di mettersi alla prova, di fare qualcosa per cambiare le cose.

Pur tra le mille difficoltà di oggi, l’epoca in cui viviamo ci sta offrendo una grande occasione.

Quella di dimostrare che cosa questo Paese sa fare, quali energie e capacità è in grado di mettere in moto, quali traguardi sa raggiungere.

Ci offre l’occasione di scegliere quale Italia essere e di diventare i protagonisti nel costruirla.

La bella notizia è che tutto ciò è possibile.

E’ possibile perché questo Paese è pieno di risorse preziose, di talento e di creatività.

E’ ricco di gente che ci mette voglia e passione in quello che fa.

Come spesso accade nella vita, sono i momenti più difficili che ti costringono a tirare fuori il meglio di te stesso.

Adesso è il momento di dimostrare che siamo all’altezza della situazione e che siamo degni della storia che abbiamo alle spalle.

E’ il momento di ripartire e di farlo nel modo che conosciamo meglio, dal valore fondamentale su cui questo Paese è stato fondato: il nostro lavoro.

Sono le cose che facciamo e il modo in cui le facciamo che parlano di noi stessi, della nostra visione del mondo, del tipo di persone che vogliamo essere.

E solamente le cose che facciamo, ciò che costruiamo, ci rendono ciò che siamo.

Si tratta di un concetto semplice e diretto, che contiene l’unica verità su cui si è basata la rinascita della Fiat, otto anni fa, e più di recente anche quella di Chrysler.

Bisogna fare le cose e farle bene, perché è questo che ci definisce e ci fa diventare unici.

Questo approccio è anche il solo che, a mio parere, è in grado di guidare l’Italia verso una nuova fase di crescita economica.

***

Oggi sono qui per ribadire, con i fatti, che la Fiat intende fare la sua parte. La nostra azienda ha una strada chiara davanti.

Non è una partita facile ma, grazie all’accordo con Chrysler, abbiamo la possibilità di costruire un sistema in grado di vincerla.

Abbiamo tutte le carte in regola per dimostrare che siamo all’altezza della situazione.

La nostra alleanza è una base solida per creare il mosaico della futura azienda.

Un mosaico in cui ogni parte deriva la propria forza dal comprendere il contributo che può offrire all’insieme e dal riconoscere il valore del contributo delle altre parti.

L’Italia può essere un pezzo fondamentale di questo mosaico.

Il mio augurio è che la volontà di dare al nostro Paese questa opportunità sia più forte di qualunque altra ragione.

Questa è l’Italia che ci piace e che piace al mondo. Grazie a tutti.

 

Sergio Marchionne

 

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